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Locarno: don't touch the screen!... per la tutela dello schermo del Locarno Festival progettato da Livio Vacchini

Lo schermo di Piazza Grande: architettura collettiva, identità urbana e orgoglio ticinese

Il celebre schermo di Piazza Grande, progettato da Livio Vacchini nel 1971 per il Festival del film di Locarno, continua a essere un simbolo urbano e culturale di straordinaria rilevanza. Anche la stampa locale riconosce il valore architettonico e ingegneristico, confermandone la centralità nel tessuto urbano di Locarno.

Tecnicamente, lo schermo è concepito come un imponente traliccio di tubolari metallici (circa 22 × 10 m, uno dei più grandi d’Europa) che chiude visualmente la piazza verso il lago, orientando lo spazio pubblico in modo scenografico e funzionale. La struttura è sollevata di circa 4 m da terra, e il telo è irrigidito tramite un sistema reticolare, un approccio ingegnoso per contrastare il vento. L’ancoraggio al sottosuolo garantisce stabilità, mentre la leggerezza complessiva rende l’opera temporanea ma architettonicamente solida.

Un’altra soluzione ingegneristica di eccezionale creatività riguarda la cabina di proiezione: costruita assemblando due gusci di piscine prefabbricate, dipinte di nero e unite come una “noce”, la cabina ha l’aspetto quasi spaziale ed è diventata iconica fin dal suo debutto.

Sul piano storico e culturale, il dispositivo di Vacchini risente dell’influenza del Situazionismo, del Fun Palace di Cedric Price e delle idee metropolitane degli Archigram, tutti orientati verso un’architettura effimera e tecnologica, pensata per apparire e scomparire rapidamente, e rivolta alla fruizione collettiva urbana. Un’eco di quella visione è visibile nel Centre Pompidou di Parigi (vinto da Renzo Piano e Richard Rogers) con la sua facciata-traliccio che avrebbe potuto diventare maxischermo: il progetto venne svelato pochi giorni prima del Festival – un segno del clima architettonico dell’epoca.

A Locarno, Vacchini ha saputo tradurre questo ethos in un’opera concreta e funzionale: tubolari prefabbricati, assemblati in pochi mesi, testati già nel 1971, hanno permesso una nuova lettura dello spazio pubblico, anticipando molte delle moderne pratiche di progettazione temporanea e partecipata.

Per gli ingegneri e architetti della SIA Sezione Ticino difendere lo schermo è un atto di responsabilità culturale, tutela dell’identità urbana, sostegno a un’architettura leggera ma paradigmatica, capace di coniugare tecnologia, funzione e spettacolo. La SIA Sezione Ticino propone che tutti gli interventi futuri – acustici, visivi o di manutenzione – mantengano intatta la qualità formale e ingegneristica del progetto originale, valorizzando allo stesso tempo la centralità civica e culturale dello spazio che genera con la piazza grande.

In questo senso, lo schermo di Vacchini non è mai stato “solo” un impianto provvisorio, ma un dispositivo di alta ingegneria e architettura situazionale, profondamente radicato nel contesto urbano di Locarno, e ampiamente ispirato da alcune tra le correnti architettoniche più audaci e visionarie degli anni ‘60 e ‘70.